Capannoni come opere d’arte
Prendi un capannone dismesso e riempilo con opere d’arte, in particolare, con quelle centinaia di quadri e altri oggetti di alto valore artistico, “dimenticate” nei depositi di grandi e importanti musei italiani: otterrai il risultato di convogliare una consistente fetta di turisti. Questa è un’idea nata sulla scia di ciò che è avvenuto a Lens una ex cittadina mineraria a due ore di viaggio da Parigi di circa 36.500 abitanti, che ha avviato una collaborazione con il Louvre che ha stabilito lì, in una ex miniera di carbone, una sua succursale da 28mila metri quadri, dove ha esposto molte delle opere fino ad allora chiuse nei magazzini tra cui la celeberrima “Libertà che guida il Popolo” di Delacroix. Come risultato, nel 2013 Lens ha avuto 900mila visitatori ed è stata inserita dal New York Times nella “top 50” delle città europee da visitare.
Un luogo d’arte in un’ex fabbrica? Il risultato è un mix tra arte rinascimentale e archeologia industriale che attrarrebbe visitatori sul nostro territorio nonché segnare l’avvio di una maxi-operazione di riqualificazione urbanistica per contrastare il degrado e l’insicurezza da tempo segnalate in alcune strade dove sono localizzati i capannoni dismessi. La formula scelta è quella del riuso dei luoghi, insediandovi temporaneamente attività culturali e sociali.
Nei prossimi anni, quindi, in alcuni comuni italiani, capannoni, laboratori industriali e persino depositi di treni tuttora dismessi, potranno rinascere come sede di mostre temporanee, eventi culturali, spettacoli teatrali e attività sportive.
In attesa che anche nel territorio bresciano ci si ponga in questa prospettiva, la Paletti Angelo & C. SNC propone, nel suo operare, un salto di qualità e un tocco di colore per quella parte della città tipicamente industriale con cui non prende forma solo un’operazione ma una vera e propria idea di città… Cioè un modo di intervenire per produrre sviluppo economico all’insegna delle infrastrutture, dell’innovazione e della conoscenza.